Editoriale

Povero Silvio: chi lo vuole morto (politicamente) e chi lo abbandonerà perché è morto

L'unica chance di uscire dall'impasse sarebbero le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl per ottenere un'amnistia in cambio del passo indietro

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

costo di tirarmi addosso l'accusa di berlusconiana, devo dirlo: il Cav mi fa pena, una pena che quasi sfocia nella tenerezza. 

Vittima, come gran parte della popolazione (non dimentichiamolo), della sua paura di invecchiare si è trasformato in una maschera dell'inespressività, di quella fissità che ormai affligge le troppe donne e molti uomini imbottiti di botulino.

Vittima del partito che ha creato, ormai 20 anni fa, rischia la cancellazione per via giudiziaria da parte degli avversari, e l'ipocrita solidarietà altrettanto annichilente dei suoi sodali e supporters di partito.

GLI AVVERSARI. Lo hanno odiato dal primo momento, e i motivi della profonda e inalienabile avversione si sono andati stabilizzando e stratificando nel tempo. 

La sinistra (quella bigotta, autoreferenziale, intollerante, radical scic, presuntuosa, pseudo-colta, ipocrita e quindi violenta seppure non nelle forme eclatanti della fisicità) era appena riuscita a far fuori Bettino Craxi, che fra i molti torti accumulati ( compresa - sia detto onestamente, una fastidiosa tendenza a considerare il denaro pubblico a propria disposizione) nel sua breve ma intensa stagione di statista (e lo è stato, a differenza dei suoi avversari), fra i molti torti accumulati, dicevamo, aveva quello di aver cominciato lo sdoganamento (orrendo termine) dell'allora MSI.

Per l'amor del cielo, niente di eclatante o rivoluzionario. Semplicemente aveva iniziato a dichiarare idiota la faccenda del l'arco costituzionale che escludeva di fatto la rappresentanza parlamentare della destra dalle forze politiche con le quali fare i conti o da coinvolgere nel governo.

Craxi, semplicemente, cominciò a trattare il partito che era stato di Almirante come uno dei tanti che popolavano il parlamento, deciso a usarlo se ci fosse stata la necessità, e se gli intenti si fossero incrociati.

Insomma mise al bando la pregiudiziale antifascista che si stendeva su rappresentati del popolo democraticamente scelti ed eletti.

Eliminato Craxi con la più potente operazione di polizia giudiziario-politica, la sinistra (sempre quella di cui sopra, da non confondersi con un'altra sinistra, intelligente , equilibrata, veramente democratica ma irrimediabilmente minoritaria) poteva finalmente respirare e pensare di poter prendere in mano il governo del paese. 

Operazione difficilissima in Italia dove, da una parte la presenza del Vaticano e dall'altra la vocazione fondamentalmente libertaria e liberale, per non dire tendenzialmente anarchica, rendeva la conquista del potere una chimera. 

Fatti fuori tutti gli avversari...quando ecco che un imprenditore milanese, sopravvissuto a tangentopoli pur essendo vicino a Craxi, resuscita nell'immaginario collettivo la presentabilità della destra dichiarando che fra Rutelli e Fini nella corsa al Campidoglio avrebbe votato Fini.

Il secondo imperdonabile passo di Berlusconi fu quello di fondare un partito carismatico, ovvero di mettere in pratica quello che la vecchia e mai sopita, nel profondo ideologia comunista che alberga nella sinistra, rimpiangeva da tempi di Berlinguer.

Berlusconi non poteva che attirarsi l'odio profondo e il rancore di chi si specchiava in lui non essendo lui.

Già, perché quelli del partito di Repubblica, tanto per fare un esempio e dare volti e nomi alla sinistra di cui stiamo parlando, sono identici a Berlusconi, applicano o vorrebbero farlo, le stesse dinamiche di occupazione manu militari dell'anima della società.  

In lui si riconoscono e, come accade normalmente, attraverso l'odio nei suoi confronti danno voce e forma al l'odio verso l'essenza di se stessi che riconoscono in lui.

GLI AMICI. Lo hanno sfruttato dal primo momento. Il tycoon delle televisioni, l'uomo dalla mano fatata negli affari, il Paperon dei Paperoni pronto a metter mano al portafoglio, fondamentalmente simpatico al tratto, alieno da quella alterigia tipica dei suoi avversari, ha raccolto intorno a sé una discreta quantità di uomini e donne gran parte dei quali erano maggiormente attirati dal potere dei soldi che dalle idee del leader. 

Lui, da parte sua, non ha fatto niente per scegliere un entourage di eccellenze preferendo la sedicente fedeltà del mediocre alla lealtà dell'intelligente. Quando si è trovato intorno qualche intellettuale vero, o uomini liberi nel pensiero e nelle idee li ha progressivamente eliminati.

Dicono che sia un uomo generoso, ma ha esercitata questa qualità verso starlette, letterine, cripto-escort, e puttane dichiarate. 

Insomma, diciamolo, ha fatto di tutto per circondarsi da sodali che lo avrebbero seguito fino alla morte... finché avesse avuto il potere e i quattrini da distribuire.

Adesso, dopo una condanna definitiva che pregiudica il suo potere (la famosa agibilità politica) e rende i suoi soldi insufficienti da soli a riconquistarlo, vediamo cosa faranno i sedicenti legionari del Cavaliere. 

Qualcuno di loro comincia a prendere le distanze, pacatamente, senza veri strappi, anzi fingendo di agire per il bene del paese. Le cosiddette colombe dichiarano da tempo il desiderio di trattare con gli avversari cui la magistratura ha consegnato un altrimenti irraggiungibile vantaggio.

Poi ci sono i falchi, quelli che farebbero sfracelli e minacciano azioni dimostrative di ogni genere. Il sospetto è che siano coloro che temono maggiormente la fine di Berlusconi subodorando che senza di lui loro sono condannati all'inesistenza.

Ciononostante nessuno ha in progetto di dimettersi veramente, e non solo dal governo,  dove sarebbero sostituiti in un amen, ma dal Parlamento che sarebbe l'unica azione di vera rottura per restituire la parola agli elettori, ammesso che lo facessero tutti e fossero disposti a rinunciare al seggio tutte le seconde file.

Non sto augurando lo sfascio del tanto peggio tanto meglio, sto segnalando l'unica vera arma per cercare di ottenere giustizia. Solo minacciando, essendo pronti a darle veramente, dimissioni in massa dal parlamento potrebbero ottenere quella riforma della giustizia indispensabile affinché il potere giudiziario non sia più determinante nella politica (e non solo) e anche quel l'amnistia che renderebbe giustizia a tanti poveretti.

Ma non lo faranno, perché nessuno di loro vuol rischiare veramente la poltrona, e neppure lo strapuntino.

Avete capito perché a questo punto provo pena e simpatia per Berlusconi?   

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da stefano o il 26/08/2013 14:45:51

    L'analisi di Simonetta Bartolini è piuttosto condivisibile, specie quando parla della sinistra. C'è però una cosa da aggiungere, che la politica e i politici devono essere uno strumento e non un fine. La gente non è stupida e dopo venti anni si è accorta che Berlusconi non solo non ha potuto, ma non ha neanche voluto fare la rivoluzione liberale tanto declamata. Al popolo di centro-destra, a quel blocco elettorale-sociale che non ne può più dell'aggressività dello Stato, non interessano le beghe di Silvio. Se Silvio si ritiene un perseguitato, e in buona parte lo è, a maggior ragione lasci la politica e vada a godersi la vita. Quello che occorre è un centro-destra "normale" con un leader "normale", una vera destra liberale che faccia veramente gli interessi di chi produce. Voglio dire che lo scopo primario, per un elettore di centro-destra, è che vinca il centro-destra e che si facciano cose di centro-destra, non che vinca Silvio in particolare, altrimenti sfociamo nel tifo e nel culto della personalità. Insomma, non rinnegare Silvio, ma prendere atto che egli non ha fatto nulla di destra, neanche quando poteva. Nulla di paragonabile ai tories britannici o al GOP americano, il centro-destra italiano non è stato altro che un centro-sinistra mascherato, basti pensare che le tasse con Silvio sono addirittura aumentate... Il fatto che i giudici di sinistra lo perseguitino non deve indurre a commozione, questa mostruosità giudiziaria non cambia il giudizio politico e fattuale su Berlusconi.

  • Inserito da pietro46 il 23/08/2013 23:02:22

    Quando uno si sente immortale e non vuole ammettere di essere 'incompetente'politicamente,non può non seguire i consigli di Casini e Buttiglione...aveva nel 94 la possibilità di mettere fuori gioco la casta della "Magistratura Politicizzata" e non...bastava mettere a Ministro della Giustizia l'unico non ricattabile o l'unico che eventualmente se ne sarebbe "strafregato" di essere ricattato...Marco Pannella...ora il tempo è passato,e non si può tornare indietro.Che almeno non si faccia più 'fotografare'...in viso.

  • Inserito da ghorio il 22/08/2013 21:13:59

    L'editoriale, direttore Simonetta Bartolini, "fotografa" l'attuale situazione che riguarda le sorti di Berlusconi. Non so cosa faranno i falchi, ma dell'avvento di Berlusconi, originato dalla scelta di Fini, rispetto a Rutelli, non è che ci sia stata coerenza. Gli intellettuali, o presunti tali, di area liberaldemocratica sono stati subito accantonati, scegliendo poi per l'informazione televisiva da lui controllata, i vari Mentana, Costanzo, non certo di area. E' un esempio ma dimostra come poi manca la coerenza sulle cosiddette idee liberali e di centrodestra. Quanto ai suoi falchi, non è che facciano bella figura dichiarando quasi che, dopo Berlusconi, c'è il diluvio.

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