Decreto salva Roma

Marino minaccia di bloccare la Capitale se Renzi non provvede

Il sindaco: I romani non potranno girare. Le persone dovranno attrezzarsi. Fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu e potranno girare

di  Totalità

Marino minaccia di bloccare la Capitale se Renzi non provvede

«Senza il Salva Roma io da domenica blocco la città. I romani non potranno girare. Le persone dovranno attrezzarsi. Fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu e potranno girare»

La notizia sta facendo il giro del mondo, la minaccia lanciata dal sindaco della Capitale, Marino, nel corso di un’intervista a Radio24 è di quelle che fanno esclamare: “Ma è matto?”

Già perché ieri il governo, per bocca della neo ministro Boschi, di fronte all’ostruzionismo minacciato, e già messo in atto in passato da Lega e M5S, ha deciso di ritirare il cosiddetto decreto Salva Roma per l’impossibilità di giungere a una approvazione nel tempo previsto dalla legge, ovvero entro la fine di febbraio.

Il ritiro del decreto significa che il bilancio del 2013 e 2014 della Capitale sono a rischio. Senza bilancio non ci sono i soldi per pagare stipendi e servizi (dagli asili al trasporto), di conseguenza è il fallimento e conseguente commissariamento.

Commissariamento significa, ha spiegato Marino, «licenziare il 50% del personale, cioè 12.500 persone del Comune di Roma, dovrebbe licenziare almeno il 50% di quello dell'Ama, quindi altre 4.000 persone, dovrebbe vendere l'Atac a dei privati dando ad essi il potere di mandare via il 50% del personale amministrativo. Inoltre dovrebbe vendere Acea, consegnandola ai privati e contravvenendo al referendum popolare che ha detto che l'acqua deve essere di proprietà pubblica.»

Messa in questo modo, sembrerebbe che il sindaco di Roma avesse tutte le ragioni, addirittura potrebbe apparire come il paladino di tutti i romani che già hanno subito, durante l’amministrazione di Alemanno, un aumento dell’Irpef dello 0,4%, così come è stata imposta la tassa d’imbarco di 1 euro per ogni passeggero che si imbarca a Fiumicino.

È vero anche che Roma, rispetto agli altri comuni d’Italia che in queste ore protestano per il privilegio che il decreto accorderebbe alla città, è sottoposta ad una serie di spese legate al suo ruolo di Capitale (dalle manifestazioni alle celebrazioni ecc.) che però dovrebbero essere contemplate nel contributo che viene erogato in forza dello status, approvato nel 2010, di Roma Capitale.

Nel mirino delle polemiche era finito soprattutto il trasferimento da 485 milioni che arrivava dal commissario che dal 2008 si è fatto carico dei vecchi debiti: «Ma quelli non sono soldi che vengono chiesti in più agli italiani - insiste Marino - sono soldi che Roma ha trasferito al commissario del governo per iniziare a pagare i debiti. Ora questi 485 milioni non sono più necessari al commissario. Allora perchè non restituirli alla città e permetterle di investire nel rilancio economico i propri soldi?».

Già quel che però Marino non dice sono gli sprechi di cui l’amministrazione della Capitale è colpevole. Sky Tg24 in questi giorni ha mandato in onda una serie di inchieste sulla malagestione della Capitale che fanno venire i brividi.

Si parla di stipendi pagati ai conducenti Atac gravati della diaria di conduzione del mezzo anche se non conducono alcun bus perché esso risulta magari danneggiato. Per non parlare dell’abnorme numero di unità di personale amministrativo e simili che fanno dell’azienda del trasporto pubblico romano un carrozzone dai costi insostenibili e dai servizi indecorosi.

Qualche anno fa ( non sappiamo se sia ancora così e se nel frattempo vi si sia stato posto rimedio, ma ne dubitiamo) agli orchestrali dell’Opera di Roma venivano pagate le trasferte quando in estate andavano a suonare in estate alle terme di Caracalla, ovvero circa a tre km dal teatro dell’Opera.

Inutile elencare l’assurda quantità di sprechi che quotidianamente vengono denunciati dalle associazioni dei consumatori, dai giornali, dai politici e via dicendo. Tutti ormai sanno che Roma è purtroppo un Comune arrivato al default, ed è inutile che il Sindaco dichiari di non essere disposto a spendere un euro in più di quello che c’è disponibile, minacciando il blocco della città e ricevendo da Palazzo Chigi un moto di non trascurabile irritazione.

Inutile che Marino racconti agli italiani di aver tagliato le auto blu e di andare in bicicletta se non taglia gli stipendi ai supemanager che oltretutto gestiscono in maniera fallimentare la Capitale e i suoi servizi. Se non razionalizza le spese, se non mette mano ad una vera revisione della spesa i cittadini romani che quotidianamente rischiano la vita sulle strade romane inverosimilmente devastate da buche tanto profonde da causare decine di incidenti e danni, potrebbero scendere in piazza con i forconi da agitare all’indirizzo del sindaco più fallimentare della storia di Rom

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