Genitori senza più certezze sul futuro

Il lavoro che sogno, il libro di Michele Palazzetti

Un testo dalla struttura semplice, affascinante e ricco di suggestioni

di Annamaria Torroncelli

Il lavoro che sogno, il libro di Michele Palazzetti

La copertina del libro

Genitori senza più certezze sul futuro, che guardano allarmati ai loro figli, perché hanno paura arrivino tardi a capire che la vita è dura e bisogna attrezzarsi. Insegnanti, che interpretano una selezione meritocratica sempre più precoce come il miglior contributo all’orientamento dei ragazzi. Un intero mondo di adulti convulsamente alla ricerca di ciò che è “utile per la vita dei giovani” e sempre meno disposto a lasciare che i giovani scoprano, con il loro tempo, cosa è utile per loro.

E i giovani, i bambini sempre più spesso manifestano difficoltà a vivere un tempo che a loro viene imposto. Sempre più spesso rimangono bloccati, con l’ansia e la frustrazione di scelte da compiere come noi ci aspettiamo facciano.

Venti ragazzi del quinto anno della scuola superiore rispondono ad un  tema loro assegnato, Il lavoro che sogno, svolgendo un componimento o realizzando un disegno. Agli elaborati, Michele Palazzetti, coach e formatore dalla comunicazione versatile e accattivante, affianca note ed osservazioni costruendo un testo dalla struttura semplice, affascinante e ricco di suggestioni.   

Così dice l’Autore. Ad ognuno dei temi e dei disegni dei ragazzi ho risposto. Nessuna pretesa d’interpretazione. Ho scritto quello che sono capace di sentire e vedere leggendo le loro parole. Ciascuno dei ragazzi stabilirà cosa lo riguarda, che cosa no. Io l’ho messo in tavola come una cosa che mi appartiene e che offro.

Qualcosa che appartiene allesperienza che ho fatto.

Palazzetti si pone nella posizione, a dire il vero difficile, di chi opera su due fronti: da un lato siede accanto al ragazzo, tentando di interpretarne desideri, incertezze, aspettative, e dall’altro sostiene il genitore, e l’educatore in genere, nel suo arduo compito di orientamento al lavoro.

Ne viene fuori un racconto intrigante, sorprendente, che regala al lettore  ironia e, perché no, anche sorrisi. Un racconto nel quale ognuno di noi, in una straordinaria moviola della vita, ritroverà tratti di se stesso da giovane e da adulto.

È un progetto, questo, nel quale tutti vanno a scuola: i giovani perché imparino a guardarsi dentro e a riconoscere i propri desideri e i genitori perché apprendano al meglio la difficile arte della vita.

Ma è una scuola senza maestro in cattedra, una scuola dove il formatore, il coach, siede allo stesso tavolo tra famiglia e figli, tra insegnanti e studenti tentando di definire i rispettivi obiettivi e mettere in moto le risorse per centrarli. Condividendo ansie e timori.

Non un manuale di psicoterapia, quindi, ma una raccolta di spunti che propone un metodo di lavoro per gestire anime e sentimenti.

Perché scoprire le attitudini dei singoli vuol dire offrire loro una possibilità in più, un vantaggio alla partenza.

Perché sognare è una capacità che non deve essere demonizzata, anche quando si parla di lavoro. Il sogno è il propulsore di ogni avventura, l’humus di ogni successo. E i nostri ragazzi non devono crescere nella paura di vedere i propri sogni finire, come ci racconta Sara  della 5° Liceo Scientifico.

… c’è un posto dove vanno a finire tutti i sogni irrealizzati. Un posto speciale, lo chiamano “Il Cimitero dei Sogni”. Tutti possono visitarlo, perché si trova dentro il cuore di ognuno di noi.

Da bambini questo cimitero è vuoto, perché i sogni sono ancora vivi, rimbalzano da una parte all’altra del nostro cervello fino ad arrivare alle mani, che li toccano come fossero reali, e ai piedi, che camminano verso di loro come fossero dotati di vita propria.

Al mondo degli adulti spetta il dovere di lasciare inutilizzato questo cimitero chiedendo ai ragazzi di non abbandonare mai la cura del giardino dei sogni perché saranno proprio i sogni la cartina al tornasole della loro vitalità giovanile.

Trasmettendo altresì, anche la salutare consapevolezza dei nostri dubbi, delle nostre paure, delle nostre inadeguatezze. Brancolando nel buio con loro che non sono noi, né una nostra estensione. ..un nostro successo, né un nostro fallimento, saremo felici delle loro debolezze. Perché avremo ritrovato noi stessi e la gioia del gioco della vita.

Un testo, quindi, da leggere senz’altro. Un testo dai contenuti psicoterapeutici che si legge con la piacevolezza di un romanzo epistolare.

Un libro snello, agevole nella consultazione e nell’utilizzo.

Un libro realizzato a più mani, e che a più mani può essere letto.

                                                                                

Michele Palazzetti, Il lavoro senza virgola che sogno. Le speranze e le paure dei 18enni in venti temi e cinque disegni, Youcanprint, 2014, pp.138. Euro 15

In vendita su librerie on line e prenotabile presso le librerie La Feltrinelli

  

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