Germania 1 Francia 0

I nipoti carioca della Fornero crescono e vincono: 2-1 alla Colombia

Questo Mondiale 2014 sarà ricordato, oltre che per la squadra che si aggiudicherà la Coppa del Mondo, anche per le lagrime di gioia e felicità, ma più spesso, di tensione e paura della squadra verde oro...

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I nipoti carioca della Fornero crescono e vincono: 2-1 alla Colombia

I giocatori del Brasile mentre piangono... che rarità!!!!

I nipotini carioca della Fornero crescono e passano, meritatamente, alla semifinale con la Germania che ha battuto 1 a 0 la Francia.

Il Brasile con un perentorio 2 a 1 manda a casa i colombiani e come d’abitudine i giocatori più rappresentativi della Seleção de Futebol , versano fiumi e fiumi di lagrime al fischio finale dell’arbitro. Già agli inni, però, gli occhi di molti di loro rovesciano enormi lucciconi tanto da rendere ancor più scivoloso il prato del Maracanà di Rio.

Solitamente il pianto è la sofferenza di fronte a un vero, profondo dolore, sia esso psicologico che fisico.  

Questo Mondiale 2014 sarà ricordato, oltre che per la squadra che si aggiudicherà la Coppa del Mondo, anche per le lagrime di gioia e felicità, ma più spesso, di tensione e paura della squadra verde oro, giocatori ultramilionari che, al momento, si sono mostrati i più sensibili degli altri, tanto da far arrivare di corsa nel ritiro carioca una psicologa a loro supporto.

Sono T. Silva e J.Cesar, Neymar e D. Luiz, insieme ad altri, che piangono cantando, con tutto lo stadio, l'inno; sono loro che singhiozzano ad ogni fine match, sono ancoro loro quelli che guaiscono anche solo per un cartellino giallo.

Uno stato d’animo a livello dell’ “ingestibilità”, dai risvolti inimmaginabili che potrebbe compromettere la tenuta fisica e mentale dei calciatori nel momento clou.

Chi li difende afferma che su di loro esiste un’enorme tensione e che le speranze di una nazione intiera grava su Neymar & C., obbligati a riscattare il fantasma 'Maracanazo', la finale del 1950 giocata al Maracanà e persa contro ogni pronostico con l’Uruguay.

Chi, invece, pragmaticamente, si ritrova davanti alle immagini di questi bambinoni frignanti non può che rammentarsi della drammatica situazione della favelas brasiliane, ove lo spirito della manifestazione sportiva più importante del mondo è come non si percepisse.

E non potrebbe essere altrimenti, poiché finora i poveri, gli indigenti, hanno pagato e stanno pagando le conseguenze dell’evento.

Chiunque, oltre i confini della favela, viene discriminato e ghettizzato e non è visto di buon occhio.

La realtà è che questi emarginati sono finiti sotto i riflettori dei Mondiali, ma senza che nessuno muova un dito per migliorare le cose.

In detti luoghi le lagrime sono di disperazione, di paura, di fame e malattie, di violenza quotidiana, e i benefici del Mundial si sono arrestati un metro prima d’entrare in qualsiasi favela. 

I nipotini carioca della Fornero, quando sicuramente verseranno altri oceani di pianti, che pensino per un attimo a chi -a poche centinaia di metri di distanza- sta veramente spargendo lagrime di dolore vero, perché non ha il denaro per curare il proprio figlio o per acquistare un tozzo di pane, mentre dal vicino Maracanà riecheggerà l’inno brasileriro della "Marcha Triunfal"; che qualche luccicone sia dedicato a questi disgraziati senza futuro.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 05/07/2014 13:33:43

    Debbo essere sincero: il passaggio alle semifinali di Brasile e Germania per quanto mi riguarda è derivato da una certa fortuna. I brasiliani sono davvero una delusione, rispetto alle formazioni del passato. Addirittura due difensori sono riusciti a segnare, di cui il primo per fortuna e il secondo, complice anche il portiere. Quanto alla Germania non è che abbia giocato meglio della Francia. Eroi della partita il portiere tedesco e soprattutto Hummels con la sua rete segnata del successo e i vari salvataggi. Quanto alla Colombia , ha dimostrato un po' di ingenuità e il tecnico non ha indovinato la formazione lasciando fuori Martinez. Del resto c'è da dire che a cogliere la vittoria dei mondiali non è sempre la squadra che gioca meglio, vedi 1954, un mondiale del quale ho letto ma che non seguito essendo bambino, con la grande Ungheria di Puskas battuta dalla solita Germania, per la quale il suo fondoschiena funziona spesso.

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