Editoriale

Secondo Monti i cittadini sono contenti perché non scendono in piazza come fanno le categorie

Qualcuno per favore spieghi al Presidente del Consiglio come funziona la piazza e che quando sono le masse a protestare si chiama rivoluzione

Steve Remington

di Steve Remington

roteste e contestazioni non vengono dai cittadini, che sono utenti e dunque favorevoli alle riforme, ma dalle categorie”. Ma sì, ammettiamolo, non abbiamo capito niente,  ci siamo sbagliati su tutto e se l’economia del Paese sta così così è colpa nostra, irrimediabili disfattisti, catastrofisti senza remore, cassandre a buon mercato. Talmente buono che veniamo pagati sempre, meno mentre i prezzi  aumentano sempre più. 

E allora devi, per forza di cose, prendere per buone le parole consegnate al Tg1dal presidente del Consiglio, Mario Monti, desideroso di portare una parola di conforto nelle case degli italiani.  Ai quali, forse più che a noi, quella frase deve essere suonata talmente stonata da far venire la pelle d’oca. Anzi, ha il sapore della provocazione modello Taxi Driver di Robert De Niro: “Ehi, dici a me! Stai dicendo a me!  Beh, qualcosa che non va, eh!” E t’aspetti anche, come il tassista interpretato dall’attore italo-americano, che dal Loden spunti Befera, usato come la pistola di De Niro. “Fammi vedere la dichiarazione dei redditi!!!”.

Eppure Monti lo ha detto al Tg1 e, per tutti, il fatto esiste. Il problema è stabilire se sia vero o no.  Certo, come comuni cittadini non siamo scesi in piazza con i tassisti o con i forconi, anche se con alcuni di loro condividiamo un idem sentire,  e dunque non facciamo numero,  non siamo categoria, anche se dovremmo creare una sigla che ci rappresenti.

Ma non per questo siamo meno incazzati. Anzi lo siamo anche di più, perché paghiamo due volte. Ma questo al governo Monti non interessa affatto. Alla banda del loden che  odia gli sfigati interessa dividere e dominare (Divide Et impera), nella convinzione che questo sia un Paese da redimere, non da amministrare.

Prendete la Rai, paradigma di come funziona questo Paese sotto effetto di una potente aspirina.  Agli italiani si chiedono sacrifici,  ma alle star come Celentano si permette di usare viale Mazzini come un bancomat. Vado al Festival dei bolliti, prendo 330 mila euro a puntata, 750  mila  euro il tetto massimo se faccio tutte le serate, sparo due cazzate in libertà e sistemo i miei conti, magari con una parte del cachet a nero, sotto forma di rimborsi spese.

Al povero italiano il bancomat del credito è stato chiuso, resta solo un palco dove cantare la propria disperazione. Ma no, non sono i cittadini a lamentarsi sono le categorie. “Che cercheremo di convincere», assicura il premier, che aggiunge: “procederemo comunque”.

Un messaggio che, a dire il vero, ci ricorda altre forme di governo, eppure, Forte del consenso della gente, Monti non intende retrocedere, tanto da  sfidare le forze politiche: “Che i partiti ci incalzino è cosa gradita. Ne abbiamo bisogno, visto il carattere innovativo del governo”.

Già, innovativo. Talmente avanti da scordarsi, forse volutamente chi  sta dietro a remare. E che non protesta nemmeno, non avendone il tempo. Ma il governo, nel frattempo guarda avanti, pensa al futuro, alla riforma  del lavoro. Contro la quali, ci viene da chiedersi, quali saranno le categorie a protestare, se tutti, o quasi lavoriamo? Solo un consiglio: avvisate la Fornero di non piangere quando dovrà illustrare il provvedimento, si potrebbe macchiare il tailleur....

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.