Editoriale

Soffocato dall'ipocrisia, io vi provoco, e vi esorto a odiare (chi lo merita)

L'odio è un mantello nero e caldo nel gelo invernale del nostro scontento, che si manifesta libero e selvaggio più dell’amore

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

uell’uomo straordinario che era Charles Baudelaire cantava all’inizio dei suoi versi: “tu ipocrita lettore, mio fratello”, con il vero coraggio che soltanto i poeti, i santi ed i guerrieri sanno avere, perciò nulla di più adatto di un peana in antitesi ad ogni ipocrisia, soprattutto a quelle natalizie e buoniste in salsa bergogliona e non soltanto, ci fugge via come mercurio tra le dita.

Appunto la falsa bontà dell’Avvento postmoderno ci spinge ad essere tutti più “misericordiosi” o buoni o caritatevoli – ma con la carità temporizzata -, tutti tranne me che, fiero discendente da Caino e Tubal Qain, ha eletto suoi numi figure sulfuree che mai si sono piegate flettendo il ginocchio e facendosi campioni di “dorso piroette”, in questo foglio osa – a dispetto di tutto l’Inferno come Farinata degli Uberti – ergersi a compiere un elogio dell’odio profondo.

Sì, perché dietro quelle maschere di cera scadente che troppi portano sul loro vero volto corroso, tutti odiamo, ma ben pochi osano ammetterlo. Odiate il vostro vicino, il compagno di banco, l’insegnante, la suocera e persino vostra moglie o la vostra amante. Li odiate ma non lo direte mai. Perché ammettere che l’odio – una delle naturali inclinazioni dell’animo umano – faccia parte di noi, è come ammettere a se stessi di essere i peggiori di tutti. Già, perché è troppo facile sedersi sullo scranno dei “Maestri” – soprattutto quando non se ne hanno né la dignità né il diritto per essere tali – e giudicare gli altri, accusandoli – loro e soltanto loro – di essere in difetto e portatori d’ogni nequizia e nefandezza, senza avvedersi di compiere, di fatto, le stesse riprovevoli attività esecrate negli altri. Ipocriti, falsi e codardi.

Invece voglio cantare l’odio, che è un mantello nero e caldo nel gelo invernale del nostro scontento, che si manifesta libero e selvaggio più dell’amore che, invece, essendo per sua natura fragile e delicato, ha bisogno di perenne protezione.

Pertanto anche a Natale io odio i codardi e il pecorume belante che non alza mai la testa preferendo far tintinnare le proprie catene al corrusco balenare delle lame; gli adepti, i caudatari vessilliferi, i mediocri leccapiedi, i finti maestri e i falsi amici. Odio gli ermetisti d’accatto e gli alchimisti a cottimo, gli artisti part time, i critici d’arte cabriolet e i gregari convinti d’esser capitani e re.

Odio quella triste razza di preti che ha dimenticato cosa voglia dire essere sacerdoti e serve ben più di due padroni. Odio questa politica e i suoi ierofanti sempre più empi; odio gli incapaci arroganti e presuntuosi del “vorrei ma non posso, quindi lo faccio”, le puttane del pensiero e i ladri dell’idea, prosseneti nell’anima che da tempo hanno smerciato per un fisso mensile. E più il tempo si fa esile e più l’odio cresce in questo paese dove ben poco ormai merita di essere salvato e tutto dovrebbe finire in cenere e in statue di sale come ricordo.

Se volete dunque un Buon Natale, meritatevelo, cominciate facendo un mea culpa e imparando a chiedere scusa, a dire “non sum dignus” perché siamo tutti “fratelli” o miei “ipocriti lettori”. 

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da Dalmazio il 15/12/2016 16:04:23

    IO l'ho sempre dimostrato di avere gli attributi, dodecagonali per di più, contrariamente a tanti altri mediocri e incapaci leccaculo che vorrebbero fare i maestri di color che sanno

  • Inserito da claudio il 15/12/2016 15:36:20

    Vabbè:. Vado subito a studiare odiologia: magari mi crescono gli attributi che tu hai sicuramente più di ogni altro nell'universo e chissà quanti danni riuscirò a fare. Al momento come diceva il principe Orsini in quel di Bomarzo "fo quello che posso".

  • Inserito da Dalmazio il 15/12/2016 14:27:53

    Tu non sai neppure cosa sia l'Odio, Claudio, quello vero. Non credo sia uno scadente sintomo della miseria umana - quello vero - perché ormai lo provano in pochi e ancora meno hanno gli attributi per manifestarlo. L'odio senza ragione è figlio della paura e dell'invidia sì, ma l'Odio con un perché è figlio di un'ingiustizia mai voluta risanare, di un'offesa mai lavata, soltanto così si supera la causa dell'Odio, ottenendo Giustizia, ottenendo LE SCUSE di chi ci ha offeso continuando a farlo e a fuggire. Non credo poi a questa storiella "zen" che chi odia odi se stesso in primo luogo, io personalmente non mi odio per nulla, a volte mi sto sulle balle da solo ma questo perché sono forse tra i pochissimi ad avere coscienza e cagnoscenza dei miei limiti. Quanto all'eleganza in guerra - la mia non è per nulla santa - personalmente come onore e dignità si applica a chi la merita, per tutti gli altri, se ci fossero, bastonate dai servi e in loro mancanza vorrà dire che li bastoneremo di nostra mano. L'Odio non è una bufala, quello Vero, fa più danni della Morte Nera e di tutto l'Impero te lo garantisco

  • Inserito da claudio il 15/12/2016 07:42:04

    Bah, caro Dalmazio, a mio avviso, l'odio degli uomini, il tuo, il mio, quello dei lettori, dei fratelli, degli amici e dei nemici è uno scadente sintomo (di secondo livello) della nostra miseria umana, Fratello di Amore ma figlio...di molte madri: prima fra tutte la Paura, e poi l'Invidia, l'Offesa subita, il Giudizio e il Pregiudizio. Insomma nasce dalla Necessità da... Poros e Penia. Ora io credo che perfino in questo colossale universo d'ipocrisie in cui viviamo, l'Odio rappresenti la indispensabile parte destruens. Ma se si vuol costruire qualcosa, dentro se stessi o fuori di se stessi e se si ricercano la chiarezza e la verità bisognerà forse superare la causa dell'odio magari per scoprire che odiamo soprattutto noi stessi. Questo non ci impedirà di odiare ma metterà un briciolo di eleganza in più nella nostra guerra più o meno santa... e magari ci farà scoprire che l'odio stesso è una grande bufala made in Holliwood.

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