Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ondo va a destra e anche l’Italia si
adegua. Brexit … Trump … Le Pen fanno scuola ed il brand – per usare un termine “modaiolo” – sembra funzionare. Del resto viviamo
tempi in cui la semplificazione, anche simbolica, è tutto, ed il messaggio corre sull’onda della sintesi. Emergenze” non mancano:
immigrazione incontrollata, terrorismo di marca islamista, crisi economica, globalizzazione
selvaggia. A dettare la linea è una sorta di precarizzazione di massa, in cui
ad intersecarsi sono questioni “di valore” e quotidianità, crollo dei modelli
culturali e portafoglio. Facile perciò appropriarsi di immagini vincenti, per
quanto lontane, intorno a cui tentare di coagulare consensi. Sulle brevi
distanze l’appropriazione (indebita) di “marchi” politici
d’importazione può funzionare. Un po’ meno se si guarda al di là delle
contingenze, se ci si misura sui “pensieri lunghi”, sulle idee e sui programmi
in grado di affrontare realmente i fattori strutturali della crisi odierna.
Certamente è più facile ragionare per “spot”,
cogliere l’attimo e raccogliere
l’applauso immediato. Ma dopo ed oltre?
Senza ripercorrere desuete
schematizzazioni di taglio ideologico, nel senso burkeriano di ciò che è
astratto, irreale, antistorico, qualcosa di più rispetto ad una sorta di
trumpismo all’amatriciana, oggi diffuso trasversalmente nella politica
italiana, va pensato e detto. Perché se la sintesi è d’obbligo (visti i tempi
degli odierni mass media) ed il decisionismo un elemento di chiarezza, non si
può lasciare ai think tank tecnocratici di dettare priorità, di fissare scadenze, di imporre visioni strutturate. Se la crisi è sistemica
evidentemente qualcosa di più è necessario dire rispetto ad un generico appello
all’ordine, al blocco dell’immigrazione e all’uscita dall’Euro.
Se l’emergenza è la quotidianità, i problemi stringenti della gente, la politica, quella vera, deve allora imporsi di traguardare il Paese oltre l’emergenza e quindi oltre i bassi orizzonti della quotidianità, puntando al ricambio delle tematiche, dei programmi e quindi della classe dirigente capace di incarnarli.
Oggi – in definitiva - non c’è solo una “sinistra tutta da scrivere” per usare lo slogan del congresso fondativo di Sinistra italiana. “Da scrivere” c’è l’agenda del Paese. Le ricette del trumpismo all’amatriciana difficilmente saranno in grado di riempirla.
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano
Terremoti, risate e ipocrisia
1995-2015 An, dopo l'illusione di una destra al governo il fallimento per manifesta incapacità
Lo tsunami Cofferati e lo struzzo Renzi
Tutti gli errori di Berlusconi pagati nei sondaggi che premiano la Lega
Quell'odioso doppiopesismo che elegge l'ipocrisia a sistema di giudizio