Solista Giovanni Ricucci

Speranza Cappucci tra Mozart e Mendelssohn conquista il pubblico di Palazzo Pitti. E arrivano i Berliner Philarmoniker.

Molto apprezzate venerdì sera le prove del primo clarinetto del Maggio e della brillante direttrice d'orchestra italiana. Lunedì Dudamel dirigerà i Berliner al teatro dell'Opera con un programma tutto tedesco.

di Domenico Del Nero

Speranza Cappucci tra Mozart e Mendelssohn conquista il pubblico di Palazzo Pitti. E arrivano i Berliner Philarmoniker.

Gesto elegante ed energico, piglio sicuro  ma con molto stile. Speranza Cappucci incanta il pubblico di Pitti dirigendo l’orchestra del Maggio Musicale fiorentino in un concerto davvero piacevole sia come programma che come esecuzione.  La giovane e simpatica direttrice d’orchestra è un nome già di tutto rispetto nel panorama direttoriale internazionale: basti dire che è stata la prima donna italiana (e quarta in assoluto) ad entrare all’opera di Vienna dove ha diretto la Cenerentola di Rossini.

Mozart e Mendelssohn: entrambi compositori  d’area germanica, entrambi innamorati dell’Italia. Il primo poi a Firenze soggiornò qualche tempo e poco mancò che non diventasse musicista di corte presso Pietro Leopoldo. Anche se suonò al Poggio Imperiale, le  venerabili pietre di palazzo Pitti non possono non ascoltarlo con particolare piacere ….

  Il primo brano è infatti  il concerto per Clarinetto e orchestra K 622del grande Amadeus, con Giovanni Ricucci solista: è il primo clarinetto dell’orchestra, ma anche solista con importanti complessi strumentali e celebri direttori.

Mozart completò il concerto per clarinetto nell’ottobre del 1791, quindi circa due mesi prima della sua prematura scomparsa: fu eseguito in un concerto di beneficenza tenuto da Anton Stadler (1753-1812), uno dei più celebri clarinettisti dell’epoca e amico del grande salisburghese  che gli dedicò la composizione.  Si tratta dunque di una delle ultime e più mature composizioni mozartiane, costruito su un organico orchestrale perfettamente calibrato per una partitura leggera e delicata che consente al solista di mostrare tutta la sua capacità virtuosistica. Ed è esattamente quello che ha fatto Ricucci, applauditissimo: il solsita, in perfetta sintonia con l’orchestra, ha dato vita ad una esecuzione elegante, morbida e  ricchissima di una grazia e di una levitas che rispecchiano perfettamente il carattere di questa composizione, di straordinaria freschezza anche se velata in qualche passaggio da momenti di pensierosa malinconia. 

La sinfonia n. 4 L’italiana (1833) è forse una delle composizioni più  celebri ed amate di Felix Mendelssohn  - Bartholdy. Opera concepita durante un soggiorno italiano (1831) che accumunò tanti grandi scrittori ad artisti soprattutto dal secondo Settecento al Romanticismo, da Goethe a Berlioz e a tanti altri, ricevette ispirazione – a giudicare dalle lettere del compositore – soprattutto dalla permanenza a Roma: qui sono soprattutto Piazza di Spagna (dove  Mendelssohn risiedeva), Trinità dei Monti, il Pincio, il Ponte Nomentano i luoghi più celebrati ed ammirati nella sua corrispondenza.

Certo la sinfonia, più che all’esplicita citazione di temi popolari italiani (come avverrà più tardi nel Capriccio Italiano di Ciajkowsky)deve il suo titola a una solarità e ad una freschezza davvero  mediterranee: “ è il lavoro più gaio che abbia concepito sino a questo momento, soprattutto nel finale “ scrisse il compositore da Roma il 21 febbraio 1831. E’ lo spirito che è perfettamente emerso dalla lettura della Cappucci, sin dall’ Allegro vivacescattante enunciato dallo slancio degli archi e dei fiati, a cui segue, esposto da fiati e legni, un secondo tema più disteso. L’incrociarsi dei due temi e il mutare degli impasti   strumentali è “volato” con leggerezza e un brio davvero straordinari, senza  essere minimamente penalizzato dall’esecuzione all’aperto.

“Niente ancora ho deciso per il tempo lento; forse dovrò aspettare di essere a Napoli per compierlo” continuava il compositore nella medesima lettera. Il secondo tempo (Andante con moto)  è caratterizzato da una sorta di nostalgica malinconia, quasi un richiamo alle brume nordiche dopo l’entusiasmo dei colori mediterranei , che è scivolato con grande dolcezza nella notte fiorentina. Il terzo tempo (con moto moderato) riprende invece l’idea di serenità iniziale:  molto bello, di grande nitore e levigatezza, l’impasto di corni e fagotti dell’orchestra del Maggio; infine, ancora una esplosione di  vitalità con il Saltarello finale, salutato giustamente dall’entusiasmo e dagli applausi del pubblico.

Un concerto davvero di notevole qualità, come lo sono sempre questi bellissimi appuntamenti notturni a Pitti con la grande Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che meriterebbero un afflusso di pubblico,  soprattutto cittadino, decisamente maggiore.

Pitti a parte però, c’è ancora un ultimo grande appuntamento al teatro dell’ Opera:  i Berliner Philharmoniker diretti da Gustavo Dudamel tornano al Teatro dell'Opera lunedì 26 giugno alle ore 20 (con l'altro patronato del Presidente della Repubblica)  e chiudono definitivamente  l’80° Festival del Maggio Musicale, con un programma che più “tedesco” non potrebbe essere:  nella prima parte  Robert Schumann con la terza sinfonia “Renana” (1850), quel “quadro di vita sul Reno” come lo definì l’autore che cercò di esprimere l’idea tutta romantica del valore”evocativo” della musica, unito alla spirito nazionale . Si è parlato per questa composizione di vera e propria “religione del Reno” e lo stresso Schumann nel marzo 1851 scriveva all'editore Simrock di Bonn che  invece di  affidare l'opera a uno dei tanti editori disponibili, a Lipsia, aveva preferito  “vedere apparire proprio qui ai bordi del Reno (cioè a Bonn) una grande opera, e proprio questa Sinfonia che forse qua e là rispecchia un pezzo di vita reale”.

E sempre in tema di Reno rimane la seconda parte del programma, con una antologia di celebri brani di Richard Wagner tratti dalla Tetralogia  l’Anello del Nibelungo: la celeberrima e fastosa entrata degli dei nel Walhalla dal Rheingold, il viaggio di Sigfrido sul Reno e la marcia funebre dal  Götterdämmerung, il Waldweben dal Siegfrid e infine la Cavalcata delle Walchirie dalla Walküre. Un appuntamento davvero da non perdere. 

 

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