Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Firenze sosterrà Pereira? Il sovrintendente uscente della Scala, presente Giovedì scorso a Firenze per la formalizzazione della sua nomina a sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, carica che assumerà però formalmente solo dal 15 dicembre, è stato presentato alla stampa a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella. Le vicende che hanno portato alla nomina di Alexander Pereira non sono state del tutto pacifiche e per certi aspetti nemmeno del tutto chiare, ma le polemiche sono rimaste tutto sommato fuori dal portone, se si eccettua qualche vago accenno prontamente rientrato. Solo un po’ di (comprensibile) imbarazzo per quanto riguarda Cristiano Chiarot, l’ormai ex sovrintende a cui è stato comunque riconosciuto il merito di aver dare un nuovo corso positivo al teatro in questi due anni, ma senza sottolineare la cosa come sarebbe stato giusto e forse doveroso.
Ma tant’è; il sindaco Nardella preferisce guardare avanti e lasciarsi alle spalle quello che potrebbe essere un campo minato. Presenta dunque la nuova sovrintendenza come l’inizio di una nuova era, destinata a un grande rilancio del teatro e soprattutto del festival soprattutto sul piano internazionale e di risanamento del famoso e famigerato “debito pregresso” di circa 50 milioni di euro, anche se di questo ultimo spinoso problema si è fatto carico personalmente “Alexander cercherà i fondi per la programmazione, del pagamento del debito mi occuperò io”. Nardella ha anche confermato che, tramontata ormai definitivamente l’ipotesi di Nastasi presidente della Fondazione del Maggio per la sua nomina a segretario generale del ministero dei Beni Culturali, continuerà a guidare personalmente la fondazione stessa.
“Firenze è sicuramente una tappa coerente nella storia di
Alexander Pereira che ha sempre amato le sfide”, dichiara il sindaco dopo
averne ricordato la carriera sicuramente straordinaria; non solo ha diretto la
Scala, ma anche il festival di Salisburgo, solo per citare due tappe tra le più significative. Spetterà ad alcuni degli attuali
dirigenti del Maggio, soprattutto al coordinatore artistico Pierangelo Conte , e al direttore amministrativo Enrico Maria
Peruzzi e al responsabile della comunicazione Paolo Klun affrontare questa delicata fase di transizione
fino all’insediamento del nuovo sovrintendente. Si spera che queste persone siano mantenute e debitamente valorizzate anche dalla nuova gestione.
Le aspettative del sindaco sono dunque molto alte e riguardano soprattutto due punti: il rilancio internazionale del teatro e una campagna abbonamenti che porti ad aumentarne notevolmente il numero. Per fare questo, il sindaco garantisce che Pereira avrà un contratto quinquennale e un compenso adeguato al suo prestigio, sia pure nell’ambito del tetto stabilito dalla normativa; compenso che deve essere ancora stabilito dal Consiglio di Indirizzo.
Pereira si muove con abilità e simpatia, ma anche grande cautela. Si dichiara commosso e grato dell’occasione di lavorare a Firenze , ma consapevole delle polemiche che hanno preceduto il suo arrivo (che non riguardano però la sua persona) chiede fiducia ai fiorentini e tempo prima di giudicarlo, garantendo di voler mettere tutto il suo entusiasmo in questo nuovo progetto e sottolineando la sua grande sintonia con il sindaco. Non dice molto, ma qualcosa sì: per quanto riguarda i finanziamenti, ad esempio, si dice fiducioso di trovare sponsor internazionali. Uno ci sarebbe già, ma per il momento preferisce non farne il nome. Per quanto riguarda gli sponsor fiorentini dice in modo scherzoso che sarà più insistente e chiederà di più: “Mi scuso in anticipo con gli sponsor, ma sarò più aggressivo con loro”. L’obiettivo è poi cercare di aumentare il pubblico, puntando soprattutto sul pubblico internazionale, facendo concorrenza ai grandi festival europei.
Sul fronte propriamente artistico, Pereira dichiara di voler
incentrare il festival non solo su Firenze, ma di voler coinvolgere altre città
toscane, come Lucca, Pisa o Siena. Sul nome del futuro direttore musicale si tiene molto abbottonato. Non deve
essere il giornalismo, dichiara il sovrintendente, a decidere il nome del nuovo
direttore musicale. E ancora: “Vorrei che Riccardo Muti avesse di nuovo una
casa a Firenze”, dichiara, ma non parla di farne il nuovo direttore stabile,
così come rilancia il sodalizio con Zubin Mehta, che sarà chiamato a dirigere l’Otello
al prossimo festival. Peccato però che non potrà essere lo spettacolo inaugurale,
perché il maestro non è libero prima del dieci maggio; ma questo è l'unico modo di "salvarlo" nella programmazione.
Per il nuovo direttore stabile bisognerà attendere dunque un
anno, se non di più: Pereira dice di avere in mente qualcuno, ma di volerlo
sperimentare a lungo con l’orchestra e il coro del Maggio, prima di prendere
una decisione.Inoltre gli spettacoli dovranno essere di livello altissimo con i migliori nomi in campo internazionale; ma questo naturalmente dipenderà soprattutto dalle disponibilità finanziarie.
Insomma chi vivrà vedrà e ... udirà. Sicuramente le intenzioni sono buone e sanamente ambiziose, ma Pereira dovrà fare i conti con un ambiente e con un pubblico tutt'altro che facili da accontentare. E se possiamo dargli un consiglio, cerchi pure di spremere gli sponsor, ma senza essere troppo ... aggressivo. A Firenze si rischia di ottenere l'effetto contrario!
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