Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Maestro del teatro sociale e del “dramma borghese” – quello stesso che di lì a poco verrà ferocemente demolito da Pirandello – ma non solo. Henrik Johan Ibsen (1828-1906), poeta e drammaturgo norvegese, è l’autore di Spettri e Casa di Bambola, ma anche del Peer Gynt, dramma di carattere e ambientazione fantastica. Pubblicato per la prima volta nel 1867, nonostante l’appartenenza al genere drammatico si tratta di un lavoro molto difficile da mettere in scena. Tratto da una antica leggenda norvegese, Peer Gynt è un cacciatore solitario che nella foresta incontra e uccide un troll, ovvero uno spirito dei boschi e dal quel momento ode voci misteriose che lo accompagnano nelle sue avventure; ma nella rielaborazione di Ibsen Peer Gynt simboleggia la debolezza, l'inconsistenza di un uomo privo di volontà e di ideali, che illude se stesso e gli altri scambiando il capriccio che impronta le sue azioni per una sorta di imperativo morale.
Quando alcuni anni dopo Ibsen decise infine di portare il dramma sulle scene (la prima rappresentazione avverrà a Oslo nel 1876) decise di cercare la collaborazione del più celebre musicista suo connazionale, Edvard Grieg ( 1843-1907) che aveva conosciuto personalmente a Roma nel 1866. Il drammaturgo infatti riteneva che la presenza di un commento musicale avrebbe contribuito alla maggiore appetibilità del Peer Gynt, ‘addolcendo’ così lo spettacolo al pubblico. Inizialmente Grieg accettò con entusiasmo la proposta - allettato dal considerevole rientro economico dell’operazione oltre che dalla grande ammirazione che nutriva per la personalità artistica di Ibsen - ma dopo un frizzante avvio il lavoro procedette con lentezza e Grieg stesso disse in privato che il Peer Gynt fosse “il meno musicale dei soggetti possibili”, forse a causa della spettacolarità e complessità dell’azione narrativa.
Nonostante questa incertezza, nel volgere di breve tempo le musiche di scena composte da Grieg conobbero un successo davvero notevole, tanto che il musicista decise di ricavare due suite sinfoniche di quattro episodi ciascuna da questo lavoro, che diventarono le sue composizioni più popolari. E saranno proprio le musiche di scena del Peer Gynt a inaugurare stagione invernale del Teatro del Maggio, nelle serate di martedì 16 e mercoledì 17 gennaio alle ore 20: il lavoro viene proposto al Maggio in forma di concerto - nel ciclo di abbonamento sinfonico – nell’elaborazione del regista e drammaturgo Pier Paolo Pacini, già andato in scena nel 2002 al Teatro La Pergola di Firenze. Sul podio sale il maestro Nikolas Nägele, direttore formatosi all’Accademia del Maggio e che è stato Kappellmeister alla Deutsche Oper di Berlino dal 2017 al 2019. Per quanto riguarda i personaggi, troviamo il celebre attore fiorentino, scrittore e più volte vincitore del Premio Ubu Sandro Lombardi nella parte principale di Peer; Elena Ghiaurov come Solvejg e Annibale Pavone nel ruolo del Mago. Con loro, due giovani talenti dell’Accademia del Maggio alle quali sono affidate le parti cantate: Aitana Sanz Pérez nella parte di Solvejg e Olha Smokolina come Anìtra. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. La prima recita del 16 gennaio 2024 sarà trasmessa in differita su Rai Radio 3 .
il maestro Nikolas Nägele, parlando di questa produzione ha evidenziato quella che fu la grande capacità di Edvard Grieg di trasformare le emozioni – di cui il racconto di Ibsen è ricchissimo – in musica: “Il testo di Henrik Ibsen è davvero molto romantico e filosofico, ricco di emozioni che Grieg è stato capace di trasformare in musica; una musica bellissima e dotata di una strumentazione ricca e personale, che fa trasparire in modo chiaro lo stile ‘genuino’ del compositore: è un linguaggio davvero unico. Abbiamo inoltre un cast davvero formidabile, composto non solo da cantanti ma anche da grandi attori come Sandro Lombardi; abbiamo dunque come risultato questo dialogo interessantissimo fra l’Orchestra, il Coro, i cantanti e gli attori; una situazione davvero singolare, nella quale l’attore ha modo di trasmettere delle emozioni particolari, evocando determinate sensazioni solo con il modo di parlare o di recitare.”
Pier Paolo Pacini, che ha curato la drammaturgia dello spettacolo, osserva: “ come la componente psicoanalitica sia assolutamente centrale, non solo nel racconto di Henrik Ibsen, ma anche nella sua rielaborazione semiscenica: “Nel 1900 con L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud finisce una concezione del mondo basata su un ordine creato dalla ragione e si entra in un mondo diverso, inquieto, dove i confini tra realtà e immaginazione non sono più così definiti. Henrik Ibsen scrisse Peer Gynt nel 1867. Sarebbe quindi un falso storico affermare che ci possa essere una relazione tra questo lavoro e il saggio di Freud, ma la forte simbologia dell’opera di Ibsen, i vari riferimenti del protagonista ad un “io gyntiano” e la storia stessa, così complessa e misteriosa, autorizzano a pensare alla possibilità di spostare la vicenda da un piano realistico ad uno onirico, trasformando i luoghi del viaggio di Peer in rappresentazioni di diversi luoghi della mente; una metafora del suo mondo interno, un viaggio senza spostamento fisico che trasforma la realtà esterna “nella stessa sostanza dei sogni”. Da qui l’idea di un concerto per voci e orchestra e di una rielaborazione del testo come una vera e propria lettura psicoanalitica, una lettura volutamente parziale, che però permette di evidenziare il vero tema di questa opera, che parte dalla vicenda specifica di Peer Gynt - o a questo punto potremmo dire del suo Io - per arrivare a quella più generale della condizione umana, passando cioè dal livello personale di Peer a quello di Umanità. Infatti la linea psicoanalitica, per sua stessa natura indotta a prendere le distanze dalla filosofia, dalla metafisica e dalla teologia, non affronta il tema del trascendimento e quindi dello sviluppo spirituale. Così lascia pieno spazio per permettere a Peer di porre la domanda finale del dramma di Ibsen, necessaria, ineluttabile, ed evidenziarla come universale: che cosa succederà del “nostro vero Io?”.
Un ottimo inizio d’inverno dunque, che ci trasporta in una atmosfera onirica e fiabesca tra i ghiacci del nord Europa.
PEER GYNT
di Edvard Grieg
Musiche di scena op. 23
per il dramma omonimo di Henrik Ibsen per soli, coro e orchestra
(in forma di concerto)
Maestro concertatore e direttore Nikolas Nägele
Drammaturgia Pier Paolo Pacini
Peer Gynt Sandro Lombardi
Aase, Solvejg Elena Ghiaurov
Il mago Annibale Pavone
Solvejg Aitana Sanz Pérez
Anìtra Olha Smokolina
Tre mandriane Constanza Antunica, Nadia Pirazzini, Chiara Chisu
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Con sopratitoli in italiano delle parti cantate a cura di Prescott Studio, Firenze
Inserito da universemolding.com il 16/01/2024 06:54:27
GOOD
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