Maggio Musicale Fiorentino

Un giovane talento tra Brahms e Dvoràk: Hankyeol Yoon debutta sul podio del Maggio

il trentenne maestro dirigerà tre brani di Brahms, di cui due con coro, e l'ottava sinfonia di Dvoràk

di Domenico Del Nero

Un giovane talento tra Brahms e Dvoràk: Hankyeol Yoon debutta sul podio del Maggio

Nuovo grande appuntamento con la stagione sinfonica del Maggio Musicale Fiorentino: nella sala Mehta un concerto all’insegna di Johannes Brahms (1833-1897) e di Antonin Dvoràk (1841 - 1904) venerdì 8 e sabato 9 febbraio alle ore 20.  In programma l’ Ouverture per una festa accademica (Akademische Festouvertüre) op. 80  seguita da altre due composizioni del grande compositore tedesco: Nänie op. 82 e Das Schicksalslied (Canto del destino) op. 54. Chiude il concerto la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Sul podio il maestro Hankyeol Yoon, al il suo debutto italiano alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Si tratta di un giovane ma già prestigioso talento: nato nel 1994 a Daegu (Corea del Sud) ha studiato composizione alla Yewon School of Arts con Kyu Yung Chin prima di entrare nella Hochschule fur Musik di Monaco di Baviera; qui ha continuato gli studi con Isabel Mundry. Come direttore d’orchestra, Hankyeol Yoon e stato allievo e poi assistente di Bruno Weil per la Jeunesse musicale Weikersheim Oper ed e attualmente assistente di Marcus Bosch all’Heidenheim Oper Stuttgarter Philharmoniker. pluripremiato in numerosi concorsi ha vinto recentemente nel 2023 il prestigioso primo premio “Herbert von Karajan Young Conductors Award”. Grazie a questa importante vittoria il Maggio Fiorentino gli ha offerto il debutto italiano anticipando quello al Festival di Salisburgo nel prossimo mese di agosto. Il maestro a proposito dei concerti di venerdì e sabato ha sottolineato la ricchezza del programma, e di come, nonostante le differenze musicali, Brahms fosse un convinto sostenitore (e mentore) di Antonín Dvořák: “Sappiamo che nel corso della sua vita Brahms fu un sostenitore di Dvořák e quasi un suo mentore, essendo stato Dvořák da sempre un ammiratore dell’opera di Brahms. Fra i due possiamo notare anche delle similitudini per quello che riguarda la tecnica di composizione, nonostante siano poi evidenti le differenze in ambito musicale: mentre Brahms, in piena tradizione tedesca, è di certo più serio e capace di ‘smuovere’ fibre del cuore quasi nascoste, Dvořák ha invece una concezione decisamente più estroversa della musica e del suono.”

È certamente notevole e altamente meritorio il fatto che il Maggio, in questa stagione sinfonica, stia affiancando al direttore principale Daniele Gatti alcuni giovani emergenti: Yoon arriva infatti dopo la splendida e coinvolgente prova di Nikolas Naegele con il Peer Gynt di Grieg il 16 e il 17 gennaio scorsi: concerto che ha riscosso un grande successo di critica e pubblico che ha entusiasticamente applaudito un giovane talento che si è formato proprio nell’Accademia del Maggio. Dopo Yoon ci saranno Min Chung, “figlio d’arte” con un importante curriculum internazionale e  Vitali Alekseenok vincitore nel 2021 del concorso Toscanini e, nel ’23, secondo al concorso Karajan, ora Kappelmeister della Deutsche Oper am Rhein.   

Il programma: l Ouverture per una festa accademica (Akademische Festouvertüre) op. 80 di Brahms venne composta quando nel 1879 il musicista fu insignito della laurea honoris causa in filosofia da parte dell’Università di Breslavia in filosofia. Secondo una tradizione che aveva precedenti illustri fin dai tempi di Haydn, Brahms trasformò il suo ringraziamento in un vero e proprio omaggio musicale: si tratta infatti di una Ouverture per grande orchestra basata su alcune canzoni studentesche e precisamente Wir hatten gebauet ein stattliches HausAlles schweige! (Hört, ich sing das Lied der Lieder)Fuchsenritt (Was kommt dort von der Höh') e nel finale quello che si può considerare l’inno di tutti gli studenti, la celeberrima Gaudeamus igitur. Proprio parte di questo finale è stato assunto come inno dell’università di Firenzee viene suonato prima di ogni sessione di tesi di laurea.

Malgrado il titolo possa richiamare qualcosa di “serioso”, il tono è invece esattamente l’opposto: Brahms stesso considerava questa composizione come un puro divertimento ben diverso dai i suoi maggiori lavori sinfonici, come le due prime Sinfonie già composte in quel tempo; tuttavia usò proprio lo stesso organico delle Sinfonie, con in più triangolo, piatti e grancassa per evocare un effetto da chiassosa musica goliardica, sulla scia della  tradizione della cosiddetta "musica turca". La composizione non segue la struttura della forma sonata, ma presenta un allineamento  dei quattro canti studenteschi, i cui temi sono allineati in modo paratattico, quasi come i movimenti di una sinfonia classica ( in questo caso Allego/Maestoso/Animato/Maestoso)

Segue Nänie op. 82, che fu eseguita per la prima volta in assoluto alla Tonhalle di Zurigo il 6 dicembre 1881 sotto la direzione dello stesso compositore in memoria del  pittore Anselm Feuerbach, un artista a cui il musicista era molto legato e dedicato alla di lui madre Frau Hofrath Henriette Feuerbach. Brahms utilizzò alcuni versi di Schiller in cui il poeta tedesco, riferendosi ai miti di Achille, Adone e Orfeo, notava come anche le cose belle e perfette non sfuggano alla morte, ma lasciano comunque canti di rimpianto. L’opera ha una forma tripartita, la prima e la terza parte presentano una intonazione di elegiaca dolcezza, mentre quella centrale è più intensa ma tutta la composizione nel suo complesso evoca un’idea composta e serena della morte.

Conclude la prima parte del concerto una terza composizione brahmsiana, Das Schicksalslied (Canto del destino) op. 54. Il compositore si appassionò infatti al Canto del destino di Iperione (Hyperion oder Der Eremit in Griechenland )  del grande poeta Friedrich Hölderlin e decise di musicarlo fin dal 1868, ma per alcune incertezze riguardo al finale fu  presentato il 18 ottobre 1871 a Karlsruhe, in Germania.  

La seconda parte del concerto vede l’esecuzione della ottava sinfonia di Antonín Dvořák, eseguita per la prima volta sotto la direzione dell'autore presso l'Associazione Artistica di Praga il 2 febbraio 1890; ebbe da subito un ottimo successo e larga accoglienza in varie città d’Europa. Il suo intento era quello di allontanarsi dalla tradizione germanica e dall’influenza di Brahms in particolare; il musicista desiderava infatti scrivere un'opera diversa da tutte le altre Sinfonie, con idee personali e lavorate in modo nuovo. Tuttavia Dvořàk non fu un rinnovatore della forma, dato che le sue sinfonie presentano il consueto schema classico in quattro movimenti, alternando in modo equilibrato momenti di maggiore tensione nei tempi estremi, di distensione lirica e di movimenti di danza in quelli centrali. Una caratteristica di questa sinfonia è quella di avvicinarsi per certi aspetti al poema sinfonico: il primo movimento ( Allegro con brio) è una sorta di presentazione dell’autore e della sua “anima” slava, L'Adagio in do minore assume la forma di una delicata e tenera romanza; l’allegretto grazioso risente dell’influenza della danza popolare mentre l’Allegro ma non troppo finale, dopo un inizio “serio”, riporta al clima festoso che caratterizza questa sinfonia.  

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da giovanni il 20/02/2024 21:10:52

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